Province: «Inattuabile la proposta di Brucchi sul riordino»

TERAMO – “La proposta di Brucchi non è attuabile, come tale è demagogica”. Così il sindaco di Giulianova, Francesco Mastromauro, replica al consigliere provinciale Flaviano Montebello relativamente all’assemblea dei sindaci e degli amministratori svoltasi per condividere una proposta unica da sottoporre al Governo per scongiurare la soppressione. “La mia posizione sull’argomento – ha detto Mastromauro – è sempre stata favorevole all’abolizione di tutte le Province, senza alcuna distinzione, pur essendo fermamente convinto della necessità di difendere le radici culturali, le tradizioni, la storia e l’economia dei territori delle Province stesse. Detto ciò, il provvedimento Monti appare pasticciato e presenta profili di incostituzionalità come affermato da illustri costituzionalisti. Ma sarebbe da ipocriti non considerare che è proprio con quella legge che dobbiamo confrontarci e trovare la migliore soluzione possibile per i nostri territori a meno che, come suggerito da un docente dell’Università di Teramo, Carlo Di Marco, le Province non respingano in toto l’intero provvedimento del Governo, sottraendosi alla discussione. Questo sarebbe possibile attraverso il meccanismo giudiziario che può essere avviato solo dal presidente Catarra”. Secondo il sindaco di Giulianova la proposta di Brucchi (Annettere dei comuni per rientrare nei parametri del governo, lasciare 3 province, e fare di Pescara una città metropolitana, ndr) non è attuabile. Non è possibile, infatti, annettere Comuni del pescarese alla Provincia di Teramo poiché il riordino delle Province deve essere effettuato nel rispetto dei requisiti minimi determinati sulla base dei dati di dimensione territoriale e di popolazione, come esistenti alla data di adozione della deliberazione del Consiglio dei Ministri. Inoltre, Pescara non è mai stata nell’elenco delle città che potrebbero costituirsi in metropolitane qualora le rispettive province venissero soppresse. Di cosa stiamo parlando, quindi? La volontà di Brucchi è quella di andare al migliore riordino possibile o prendere in giro i cittadini della Provincia e lasciare che la soluzione venga trovata in altre sedi?” “La mia proposta – conclude il sindaco Mastromauro – è scevra da ogni tentativo di demagogia al contrario della “riforma Brucchi”. Io propongo di sedersi attorno ad un tavolo, su basi paritarie, con la Provincia di Pescara, che per storia, cultura ed economia è molto più affine alla nostra Provincia, e trovare una soluzione che eviti l’accorpamento delle Province di Teramo e Pescara con quelle di Chieti e L’Aquila e che nel contempo consenta al teramano di conservare la propria identità e i servizi territoriali, come la Camera di Commercio, gli Uffici del territorio e la Questura, tenendo conto dei vincoli invalicabili imposti dal provvedimento Monti”.